Vai al contenuto
Home » Articoli » Coaching: una storia di successo tra Milano e Berlino

Coaching: una storia di successo tra Milano e Berlino

  • 6 min read
Coaching: Luca nella mezza maratona di Berlino
Coaching: Luca nella mezza maratona di Berlino
Luca nella mezza maratona di Berlino

Il coaching rappresenta un vantaggio: si riduce il rischio di infortuni e si migliorano le performance. Questo grazie ad una programmazione ritagliata sulle proprie esigenze.

Ad inizio collaborazione, un primo appuntamento mi permette di valutarne la tecnica e suggerire ottimizzazioni. Dopo ogni allenamento il feedback telefonico permette di analizzare eventuali problematiche o continuare col piano previsto. La programmazione è settimanale e basata sulle necessità specifiche in termini di forma fisica, mentale e tempo disponibile per potersi allenare. E’ solo il confronto continuo che può permettere alla persona di ottenere i risultati ambiti.

Di seguito espongo l’esperienza di coaching con Luca, un ragazzo che vive a Berlino con il quale collaboro dal 2019.

L’ALLENAMENTO COMPULSIVO E FAI DA TE  

Le motivazioni per allenarmi non mi sono mai mancate, sono cambiate nel tempo ma non mi sono mai trovato nella condizione di non volermi allenare. Per ottenere il mio obiettivo di perdere peso sono bastate la costanza e la forza di volontà per uscire di casa in ogni situazione meteo. Strada facendo, una volta raggiunto quel primo obiettivo, la domanda “fino a dove posso arrivare?” si è fatta strada nella mia testa.

La semplice uscita di jogging non era più abbastanza e, da completo ignorante in materia, ho iniziato a cercare informazioni su internet. Curiosità su come allenarmi, che tipo di allenamento fare, come strutturare ripetute ecc. In una prima fase questo ha condotto ad alcuni risultati ma sul lungo termine sono arrivato a convincermi che aumentare la quantità di km percorsi fosse l’unico modo per progredire. Arrivato a correre più di 150 km a settimana i miglioramenti si sono arenati. A questo punto ho capito che per proseguire nel mio percorso avrei dovuto affidarmi ad un professionista del coaching.

LA NECESSITA’ DI UN PROFESSIONISTA

Da gennaio 2019 ho iniziato a collaborare con Alessio e credo che la prima sfida per entrambi sia stata farmi capire che il numero di km non sia indice di una buona strategia di allenamento. Il riposo e il recupero sono altrettanto importanti.

Dopo una prima fase di avvio il lavoro è stato prettamente qualitativo: invece che 5-6 uscite settimanali il numero è stato ridotto ed aumentata l’intensità. Abituato a correre decine e decine di km a passo costante o con poche variazioni (sempre ad un ritmo tra 4’00 e 4’20), mi sono ritrovato col tempo a fare ripetute con velocità a cui non avevo nemmeno idea di poter arrivare (da 3’15 sulle ripetute più brevi fino a 3’40 su quelle più lunghe). Tutto un altro pianeta.

La mia distanza preferita è senza dubbio la mezza maratona e su questa abbiamo voluto impostare la preparazione, mettendo a calendario tre eventi da fine marzo a inizio maggio.

PRIME GARE: MILANO E BERLINO

Coaching: medaglia da finisher
Medaglia da finisher

Tutto filava liscio, tempi mai visti su 10, 15 km e persino 21 km corsi. La fiducia era alle stelle ma a circa 15 giorni dalla prima di queste tre gare, ecco una classica influenza stagionale. La Stramilano alle porte, i segnali non sono più positivi e nonostante un disperato tentativo di rimettere in piedi la condizione la settimana prima della gara, arrivo alla Domenica mattina ancora indebolito. Provo a giocarmela comunque, dopo tutta la fatica un po’ di combattività ci vuole, penso.

Mi presento alla partenza e faccio finta che tutto sia perfetto, parto forte, come avrei voluto. Dopo 5 km sento che ancora qualcosa non va, il respiro si fa affannoso e la tosse ritorna. Resisto fino al km 13-14, ritmo in calo e respirazione sempre più difficile. Per la prima volta mi devo fermare. Ho incontrato Alessio al traguardo e gli ho dovuto dare la triste notizia. Ha saputo farmi guardare avanti, con ottimismo alle prossime due sfide nonostante la delusione fosse piuttosto forte.
Dalla settimana successiva di nuovo sotto, con impegno: nuovi test per verificare la condizione, tanto scarico per alleggerire le gambe e una decina di giorni per preparare la successiva gara. Secondo tentativo, mezza maratona di Berlino, condizioni climatiche perfette, ancora non sono al 100% ma c’è più ottimismo. Risultato? Personal best battuto anche se per solo di 15 secondi.

Un mese intero prima della gara successiva, con ordine e metodo ricostruiamo le certezze pre-influenza e piano piano capisco che la condizione sta tornando. Ultima chance è la mezza maratona di Ginevra. Dopo qualche km fatto con un ritmo leggermente più veloce di quanto suggerito da Alessio mi sento ancora alla grande e capisco che questa è la volta buona. Mantengo la velocità fino alla fine, correndo la seconda metà più veloce della prima e alla fine riesco finalmente a ottenere il tempo che volevo: 1h17’15”. Finalmente il salto che volevo, per il quale io ed Alessio abbiamo lavorato diversi mesi. Una grande soddisfazione!

FINO A DOVE È POSSIBILE ARRIVARE?

Ancora non ho trovato la risposta alla mia domanda. Dopo questo grande risultato, siamo già tornati al lavoro per cercare di avvicinarci ancora un po’ alla risposta, ricominciando un nuovo ciclo di allenamenti, con nuovi ritmi e sfide: non vedo l’ora! Affidarmi ad Alessio ed avvalermi del suo servizio di coaching è stata la scelta giusta e devo sicuramente ringraziarlo per il prezioso aiuto. Continuando sul mio percorso avrei rischiato di infortunarmi in maniera seria senza ottenere grandi vantaggi sulle prestazioni.

Le sedute di allenamento sempre varie hanno reso l’allenamento parte integrante della sfida continua contro i miei limiti. Dall’allenamento compulsivo, una corsa facile tutti i giorni, ad un allenamento ponderato dove ogni seduta è una sfida e aggiunge un qualcosa al mio bagaglio di esperienza!

Possono risultare utili le letture di questi articoli affini: